Attraverso l’intervista a Misha Sukyas affrontiamo il tema del cibo e della sua relazione intrinseca con il concetto di famiglia. Il cibo è per Misha continua innovazione, così come è stata la sua vita un po’ sbandata da giovane ribelle nato in una famiglia metà italiana e metà armena.
Il suo racconto si intreccia con quello Safaa, che gestisce un pastificio nel quartiere Isola di Milano. Per Safaa il cibo è tradizione, è scoprire l’arte della pasta così come la fanno le nonne italiane, è far assaporare in un passatello un ricordo d’infanzia.
Il cibo è poi è anche eredità, perché come spiega Giorgio Nazir, pizzaiolo milanese di origini egiziane e campione di pizza acrobatica: “Se non ci fossero stati mio padre e mio zio, campioni prima di me, io oggi non sarei qui”.

La musica è prima di tutto emozione, è istinto e come ci racconta Elodie, e l’istinto non si può insegnare. Attraverso l’intervista alla cantante, emerge il forte legame fra musica e cuore, perché ci riporta a canzoni che si sentono durante l’infanzia, a un’immagine, a momenti che ne hanno forgiato il carattere.
C’è chi è partito da questo concetto per parlare delle emozioni di adesso, convinto che la musica possa cambiare il mondo. Per Tommy Kuti, rapper, la musica diventa il ponte del cambiamento sociale che parte dalla lingua stessa. La musica consente di giocare con diverse lingue, perché il viaggio è questo: raccontare un melting pot culturale nella nostra contemporaneità.
Con Silvia La Rocca, flautista si comprende quanto la musica possa fungere da luogo di incontro delle diversità, di quanto essa abbia un potere consolatorio, capace di restituire a tutti coloro che migrano verso l’ignoto il legame con la propria identità. In questo senso, per Silvia, la musica è capace di aiutare i sentimenti a trovare la loro giusta collocazione.

Attraverso l’esperienza della scrittrice Espérance Hakuzwimana Ripanti, scopriamo che ci sono diversi tipi di radici: quelle che ti sono state strappate e le devi ricostruire giorno per giorno da luoghi lontani, ma anche quelle che quotidianamente scegliamo di crearci: un compagno che si ama, gli amici cari e l’amore per i libri.
Esistono poi radici si trasformano, come quelle di Elvira, giovane insegnate di Perugia, cresciuta in una famiglia serba e che si sente italiana più che mai, al punto di volersi costruire un futuro nella formazione delle nuove generazioni, come maestra di scuola Primaria, perché la sfida per lei sta tutta lì.
Ci sono anche radici culturali forti con cui si è riscoperto il legame, ma che in fondo sono sempre state lì e hanno accresciuto la propria identità, come quelle di Takoua, di famiglia tunisina, che per dare voce alla sua cultura d’origine, utilizza i linguaggi della contemporaneità come il fumetto.

Dalla storia di Hicham Ben’Mbarek, designer fiorentino di origini marocchine creatore del marchio Ben Heart, emerge forte il legame fra l’affermarsi nel lavoro e il concetto di Comunità. Firenze è la città che lo ha accolto e verso cui si sente responsabile, quasi in dovere di restituire tutto ciò che ha ricevuto. È la Comunità di appartenenza che contribuisce a definire la nostra identità.
Per Engy, romana di origine egiziana, la Comunità è quella dell’ospedale in cui lavora. Ha scelto di intraprendere la professione medica, di lavorare per il bene del prossimo, così come Yassine, che sente talmente stretto il legame con l’Italia da aver deciso di prestare servizio nell’Arma dei Carabinieri, il lavoro a servizio della comunità per definizione.

Attraverso l’incontro con Mehdi Meskar, attore di origini marocchine cresciuto fra l’Italia e la Francia, scopriamo quanto sia forte il legame tra ciò che sogniamo e ciò che diventiamo. La tenacia e la forza di volontà hanno portato Mehdi a essere oggi un attore che si sta affermando nel cinema contemporaneo internazionale.
Ciò che siamo è ciò che esprimiamo attraverso la recitazione ma anche attraverso la stand up comedy, come nel caso di Yoko Yamada che ci racconta i suoi modelli di vita e la cultura giapponese, ereditata dal papà, con l’ironia e la leggerezza della comicità italiana.
Così come la danza, che è il canale preferenziale per esprimere emozioni, legami, sentimenti e commistioni fra culture. Jennifer è una coreografa e ballerina di hip hop che cerca attraverso il ballo di veicolare messaggi culturali e sociali, valorizzando il mondo street e creando eventi “labirinto” dove lo spettacolo si mescola alla performance e alle strade della città.

Per Maxime Mbanda che di professione fa il rugbista, di sconfitte sportive ce ne sono state, eppure la sua è una storia di vittoria in tutti i sensi. Nato in Italia da padre congolese e madre italiana, grazie al suo talento ma soprattutto al suo spirito di sacrificio e la sua determinazione, è arrivato a vestire la maglia della Nazionale e ad essere insignito del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica.
Lo sport insegna la vita e fa intraprendere strade inimmaginabili, come quella di Eduard, di origini rumene, che giovanissimo è già un campione di tuffi e che ha da poco ottenuto la cittadinanza italiana, così che potrà coronare il sogno di rappresentare il suo Paese nelle prossime competizioni internazionali.